PARCO NAZIONALE DEL VESUVIO, RISORSA DA TUTELARE

Il Parco Nazionale del Vesuvio è nato il 05/06/1995,  lo Stesso si estende tutt’intorno al vulcano, comprende 13 Comuni, un’area riserva di biosfera dell’Unesco e una riserva forestale nazionale. Anche qui, come nella  “Terra dei Fuochi”, le discariche spuntano un po’ ovunque ed ogni giorno si scoprono nuovi ed inquietanti scenari.

Ricordiamo tra gli episodi più clamorosi, che hanno permesso la scoperta di vere e proprie discariche di veleni tossici, quello del Dicembre 2013, quando il Corpo forestale dello Stato individuò in San Giuseppe Vesuviano e zone limitrofe una vasta area di oltre 2.500 mq, utilizzata per lo stoccaggio di rifiuti tossici. Successivamente, nel Febbraio 2015, furono scoperte 300.000 tonnellate di rifiuti solidi urbani, nell’area di Terzigno. A fine 2016 le Fiamme Gialle scoprirono, nel comune di Ercolano, un ulteriore sito di stoccaggio di materiali rientranti nella categoria dei rifiuti speciali.

Questi sono solo alcuni degli episodi più clamorosi, ma lo stato di degrado e di abbandono in cui versa il Parco Nazionale del Vesuvio si evince anche dalla presenza di:  sentieri off limits, cartellonistica fuori uso, staccionate in legno divelte, rifiuti sparsi ovunque e totale assenza di manutenzione delle aree boschive.

Tale condizione di degrado stride rispetto all’ essere il Parco, una delle aree protette più importanti d’Italia, in cui ancora persistono condizioni floro-faunistiche uniche al mondo, con la presenza di ben 612 specie appartenenti al mondo vegetale e 227 appartenenti a quello animale; dal suo essere dotato di undici sentieri sui quali è possibile fare escursioni e dalla presenza di migliaia di turisti che, nonostante tutto, ogni anno affrontano la scalata verso quota mille, il cosiddetto Gran Cono.

Tale disastro è figlio di gestioni irresponsabili e assenza di controlli; oggi più che mai, i cittadini dell’area vesuviana dovrebbero alzare la testa e prendere atto che solo con una partecipazione attiva possono preservare il proprio territorio da questo scempio, evitando che venga sperperato ciò che può e deve essere una grande risorsa dal punto di visto economico  e lavorativo per l’intera zona.

Giuseppe Rizzo

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