IL PARTITO DEL NON VOTO

Ne parlano in pochi, ma è il vero protagonista delle ultime campagne elettorali, in crescita da anni, è  il partito dell’astensione. Ruba voti a destra e sinistra, persino ai Cinque Stelle. Il fenomeno è ampio e poco omogeneo. Tra gli italiani che hanno smesso di votare si riconoscono diversi profili, gli arrabbiati, i delusi, gli irrecuperabili. Altri vorrebbero schierarsi, ma non hanno ancora trovato il partito adatto. Intanto l’onda astensionista cresce di volume ed ormai rappresenta il primo partito italiano. Il fronte si divide in due sottogruppi. Il primo è composto dagli astensionisti consolidati; persone che non hanno alcun interesse alla politica, profondamente indifferenti. È una realtà irriducibile  e coinvolgerla nella partita è praticamente impossibile. Poi ci sono i disillusi del voto, questo è un elettorato che non si astiene in tutte le elezioni, ma fa una scelta, spesso diserta le Amministrative e vota alle Politiche. Sono italiani che seguono la politica, leggono i giornali, guardano i talk show in televisione, per la maggior parte sono astensionisti arrabbiati e delusi che hanno perso la speranza di un cambiamento ma che non escludono di poter tornare un giorno a votare. Questi elettori, disorientati e amareggiati, manifestano da tempo un’indiscriminata sfiducia nei confronti delle istituzioni pubbliche e, di conseguenza, anche dei partiti. Non hanno perso del tutto l’interesse per la politica, ma non trovano un’offerta capace di soddisfare le proprie esigenze. Questi elettori cercano risposte reali e serie su argomenti e problematiche quali il lavoro,  la sanità, la riforma del fisco, la sicurezza personale, il funzionamento della macchina burocratica e la legalità. Tematiche sulle quali, con la scomparsa delle ideologie e dei partiti di massa, gli attuali politici non riescono a proporre  idee o soluzioni innovative. Nelle elezioni amministrative, specialmente nel sud Italia, la situazione è diventate gravissima. Qui i competitor, nella stragrande maggioranza dei casi, non propongono alcun tipo di indirizzo politico, pensano solo a  favorire gli amici e gli amici degli amici, contribuendo in tal modo a far sopravvivere  un sistema malato che allontana i cittadini onesti dalle urne. Bisogna oggi chiedersi che legittimazione hanno sindaci e consiglieri eletti con una risibile percentuale di voti. E mi fermo qui…

Giuseppe Rizzo

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