La partenza del Ministro del Lavoro Luigi Di Maio sicuramente non è stata delle migliori, l’idea di trasformare in lavoratori dipendenti i riders, ossia ragazzi e persone di mezz’età che collaborano con le società di shering economy è una follia. Infatti cercare di trasformare questi nuovi lavori in lavoro dipendente tradizionale, produrrà solo ulteriore disoccupazione e lavoro nero. Il problema è che gran parte della politica quando parla di economia delle app. e di sharing economy, non capisce di cosa si parli e cerca, cosi, di applicare schemi novecenteschi a realtà nuove. Questi tipi di lavoro sono il futuro, non necessariamente sottopagati, possono rappresentare una buona possibilità, in relazione al tempo dedicato e alle capacità personali, di raggiungere livelli medi e medio/alto di reddito. Discorso simile vale per la proposta di chiusura dei negozi, alla domenica e nei festivi. In Italia, pare che solo le commesse abbiano famiglia. Tutti i nemici delle liberalizzazioni commerciali sventolano il vessillo di questi presunti, nuovi schiavi, per sottolineare la deriva inumana del lavoro, nel nostro Paese. Sventolare, oggi, un’immagine anni ’50 dell’Italia, del lavoro e delle famiglie, è utile solo a mascherare il vero obiettivo ossia colpire le liberalizzazioni, simbolo di una società corrotta dal profitto. Questa crociata è un riflesso condizionato di un pezzo consistente di Paese, che vorrebbe riproporre perennemente se stesso con le sue regole e le sue abitudini immutabili e sclerotizzate, mentre tutto evolve a velocità spaventosa. Nessuno riporterà gli italiani alle domeniche che furono, peraltro estremamente noiose. Vietare la spesa domenicale serve solo a spingere sempre più consumatori verso i negozi online, mettendo inesorabilmente fuori mercato migliaia di commercianti. Tali inattuali battaglie a favore di rider e commessi, sufficienti per scatenare la ola dei sindacati, da sempre contrari alle liberalizzazioni e all’ammodernamento dei rapporti di lavoro, rischiano di condannare all’irrilevanza tutte queste persone. Oggi c’è bisogno di affrontare la realtà, facendoci carico delle tensioni derivate dall’esplosione del digitale e della Gig economy. Non possiamo andare a trattare con i giganti del web, portandoci dietro il novecento. Ci serve una visione nuova, non preconcetta, del lavoro di oggi e soprattutto di domani.
Giuseppe Rizzo