L’attuale servizio scolastico è in stato comatoso, per tale condizione bisogna dire grazie alla Dc e al PCI che nel dopoguerra decisero che essa non dovesse essere più nozionistica e selettiva, favorendo,così un insegnamento superficiale e di scarso contenuto.
La cultura è una fondamentale guida alla comprensione del mondo e alla libertà. Chi la possiede può essere cittadino e non suddito. Probabilmente le suddette forze politiche non volevano cittadini ma sudditi.
Oggi la scuola si scontra con internet ed i nuovi sistemi tecnologici. Nel 2007, il Ministro Fioroni emise una circolare che vietava l’utilizzo dei telefonini in classe , in quanto ritenuti, motivo di distrazione per chi li usava e per i compagni, e mancanza di rispetto nei confronti dell’insegnate.
Oggi fortunatamente l’orientamento è cambiato ed il Ministro Fedeli è intenzionata a superare una volta per tutte ,la suddetta circolare.
Tale volontà ha creato forti discussioni e spaccature nel mondo culturale ed intellettuale, con tesi e motivazioni legate alle solite vetuste ideologie.
Invece, l’utilizzo di internet e degli smartphone per fini didattici rappresenta finalmente un’apertura della moribonda scuola al mondo moderno e al futuro.
C’è un notevole potenziale in questi strumenti, ma è opportuno sottolineare che sono molto utili per chi li sa usare senza diventarne schiavo. Per poter fare ciò bisogna essere provvisti di forte spirito critico che un adolescente difficilmente possiede già.
Gli studenti pertanto dovranno anche imparare a distinguere un errore o una notizia falsa, senza prendere per oro colato tutto ciò trovano, navigando su internet.
L’utilizzo di tali strumenti in classe rappresenta pertanto non solo un’ opportunità didattica ma anche un momento di addestramento ad un corretto utilizzo di tali nuove tecnologie.
Giuseppe Rizzo